Cookies' Blog

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giovedì 29 dicembre 2011

Il mio momento tranquillo

Il mio momento tranquillo non è stato rivelato da una farfalla,   anche se questa è un'immagine ricorrente dei miei sogni, ma da un fiocco di neve.
Sì, un momento epifanico, sottolineato da un fiocco di neve caduto sul risvolto del mio cappotto nero.
Avrò avuto vent'anni, stavo da poco con Andrea.
Eravamo a Firenze, vicino al mercatino delle pulci, in attesa davanti ad un cinema d'essai.
Non ricordo né il giorno, né il titolo del film.
Sarà stato gennaio o febbraio, i mesi più freddi dell'anno.
Eravamo arrivati con largo anticipo, per non rimanere fuori ed occupare così i posti migliori.
Ci è sempre piaciuto l'inverno. Uscire col cappotto. Andare al cinema.
Non è che avessi una domanda o un pensiero che mi stesse a cuore, in quel preciso momento. Solo che eravamo entrambi nella disposizione d'animo di attesa di qualcosa di straordinario, anche se non sapevamo bene cosa.
I nostri sensi erano immersi in un momento di sospensione temporale, in un oceano di piacevole benessere e, conseguentemente, al massimo delle nostre abilità percettive.
Ed ecco che un fiocco di neve venne a cadere sul risvolto del mio cappotto.
Era così minuscolo, piccolo, piccolo.
Ognuno era immerso nei propri pensieri e non ci dicemmo niente.
Non una parola, non un gesto di intesa, neppure uno sguardo tra di noi.
Entrambi però condividemmo la stessa esperienza: lo osservammo discendere, digradare e lentamente adagiarsi sul tessuto.
Pur nella sua piccolezza, così, ad occhio nudo, lo vedemmo. Un minuscolo cristallo di ghiaccio, perfetto in ogni dettaglio: tre assi perfettamente intersecati in una simmetria esagonale e le sue ramificazioni come foglie di felce.
La realtà che imita la finzione. Sembrava proprio uno di quei cristalli di plastica trasparente con cui si addobbano le vetrine dei negozi a Natale.
Un segno di intesa.
Sentimenti, emozioni ed interessi condivisi.
Stiamo ancora insieme, io e Andrea.
E da quattordici anni, ci accompagna una splendida creatura: Camilla.


© Marzia Pasticcini

29 dicembre 2011



venerdì 23 dicembre 2011

Il mio caro amico Walter Fusi

Molti anni fa, la prima volta che andai a trovarlo all'Isola d'Elba, dove risiedeva per molti mesi l'anno, non avevo l'indirizzo. Sapevo solamente che abitava a Patresi, in una casetta sul costone da cui si godeva una stupenda vista sul mare.Sapevo altresì che dipingeva all'aperto. Non c'erano indicazioni, né anima viva quando arrivai.Il primo indizio, a mio favore, furono i panni stesi ad asciugare:una camicia azzurra ed una maglietta gialla. E poi...tre gocce di colore sui sassi: giallo, rosso e blu. 

© Marzia Pasticcini
Venerdì 23 dicembre 2011