Schiariti dai raggi rosei del sole, si ergono imponenti massi di tufo scolpiti da mano umana: un tempio con colonne bianche nel mezzo a sancire un’apertura porta-finestra costeggiano un ruscello dalla acque gorgoglianti che scorre su un terrazzamento che si affacci su una scarpata punteggiata da calanchi e templi si succedono. Un masso ricorda l’isola dei morti di Böcklin accanto a una villa con bifore bianche. Non c’è distinzione fra arte greca, gotica medioevale e etrusca. Si alternano oppure si confondono in un’unica costruzione. Il colore per lo più rosa beje aranciato. Ricordo che siamo a Siena al di sopra delle ville sul crinale della collina altri calanchi, calanchi rosei-dorati a non finire.
Due ragazze ridono imbarazzate perché il ruscello pare abbia voce, sappia parlare dal canto suo gorgogliare. Un uomo pare perplesso ma loro dicono di vergognarsi. Devo portarci Luisa in questo posto meraviglioso, unico al mondo.
Si entra da una porta socchiusa: il pavimento in marmo, una veste argentata appesa ad una gruccia. E’ dove lavoro. Chiedo se le finestre sono aperte. Da lì si può vedere il parco senza necessità di dover uscire.
©️ Marzia Pasticcini
(sabato 19 marzo 2005)