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martedì 3 aprile 2012

Autobus n. 3

Sto correndo dietro l’autobus n. 3.
I passeggeri assiepati alla porta, in procinto di salire, sono una garanzia al che io possa prenderlo.
Sono saliti tutti. La porta di fondo è ostruita da due zaini che fuoriescono. Mi sposto verso la porta centrale, quella di uscita/discesa.
Una signora anziana ha depositato a bordo la borsa della spesa e sta tentando di salire. Tiene la mano ferma sul palo e con i piedi tenta invano di scavalcare lo scalino, prima con il destro, poi con il sinistro. Lo sguardo rivolto a terra, quasi che con gli occhi potesse darsi una spinta, come se questi sostituissero i muscoli delle gambe che non la sostengono più.
La donna è spostata sulla sinistra. L’aggiro, salgo sul lato destro, la scavalco. Poi, una volta su, le tendo la mano:
«Venga Signora, l’aiuto io!».
La donna salta su con leggerezza, come se volasse. Si profonde in una cascata di ringraziamenti a non finire.
«Ci vuole coraggio a stare al mondo!” prorompe. Al che le rispondo “basta trovarlo!».
Lei sorride «Eh sì, basta trovarlo!» mi fa eco.
«C’è troppa gente al mondo!» si lamenta..
«Qui a Siena bisogna fare piazza pulita!».
L’esorto a reggersi con fermezza. Poco dopo si sposta: «Devo scendere alla prossima!» annuncia.
Sono davanti alla porta di uscita, quella centrale. Ho il dito già sul campanello. È posto proprio lì sul palo su cui mi sto tenendo, quindi lo premo. Lei ringrazia.
L’autobus si ferma. Le chiedo: «Devo aiutarla a scendere?».
Ringrazia. È in grado di farlo da sola e rifiuta cortesemente il mio invito.
Prima di scendere, ancor prima che l’autobus si arresti alla sua fermata, i suoi occhi intercettano il libro che tengo in mano.
Con fare gentile, chiede: «Cosa sta leggendo di bello?».
«Sergio Bambarén, Fratello mare! È un autore sudamericano che fa un viaggio all’insegna di San Francesco».
«Bello!» esclama lei.
«Ultimamente, sto incontrando una serie di francescani!» dico io.
«Ah, sì?».
«Mi piace leggere e scrivere... è dal primo novembre che succede” preciso. «Avevo scritto un racconto che era piaciuto a una persona. Io avevo letto le cose che questa persona aveva scritto e mi sono piaciute. Ci siamo scambiati i libri. Da allora li incontro regolarmente, i francescani, due dei quali molto importanti per me!»
La signora atterra sul marciapiede e prima che le porte si richiudono, domanda:
«Come si fa a sapere chi è Lei?»
«Come si fa a sapere chi è Lei?» ripete.
La risposta, che mi sorge spontanea, sorprende anche me, oltre che lei: «Mi rincontrerà... mi rincontrerà!».

© Marzia Pasticcini
Siena, Martedì 3 aprile 2012