Cookies' Blog

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giovedì 14 settembre 2006

Londra e le Destanti


Mentre sto leggendo "Sogni di risveglio" di Charlie Morley, mi torna in mente un sogno di tanti anni fa perché ha a che fare col dormire e non rendersi conto della realtà. 

Ho controllato la data settembre 2006 e mi sono resa conto di avere vissuto come un automa fino al dicembre del 2007. Il 2007 segna una linea di demarcazione per il risveglio della coscienza. E in effetti tanti autori  risvegliati hanno pubblicato in quell'anno. Uno ad esempio: Corrado Malanga con "Alieni o Demoni.

È un po' lungo ma ci tenevo a condividerlo anche perché all'epoca non lo sapevo interpretare.


LONDRA  E LE DESTANTI 


Una voce mi dice:

“Qualsiasi scelta tu farai, non mollare! La croce del sud/ verso sud non ti abbandonerà, è una cosa duratura!”.

Londra.

“Prendiamo i quaderni e scriviamo, ciò che vediamo, quel che facciamo! Teniamo un diario!”.

Casa/albergo. Parlano italiano. Oggetti, ninnoli, giocattoli con cui gioca Camilla, poggiati su una cassa panca su cui ci sono asciugamani piegati. Due donne che smistano i panni e sfaccendano.

Cerco i miei oggetti le mie chiavi che si sono confuse fra le loro cose.

Una parla italiano.

Londra. Metropolitana Andrea e Camilla viaggiamo non so per dove.

Dobbiamo sfruttare il nostro tempo qui per vedere le cose. Sarebbe uno spreco stare qui a vegetare come sta succedendo e non andare in giro sarebbe un inutile spreco di soldi oltre che di tempo.

Film che scorre sotto i nostri occhi. Film di produzione anglo+italiana: si vedono delle signore truccate e abbigliate in verde con cappello di paglia in mano che sventolano come un ventaglio. 

Sono le “destanti dal sonno”. 

Sventolano, muovono i cappelli come ventagli pronunciando:

“wake up, wake up!”.

Cerco i soldi nel portafogli, nella busta dell’abbonamento.

Riesco a trovarli finalmente dopo avere temuto di esserne rimasta senza. Sono preoccupata. Poi trovo 5 euro, poi altri 5, 10,50,100 duecento.

Andrea tira un sospiro di sollievo

“Perdere i soldi a inizio vacanza!” stavo pensando se avessi dovuto fare i travel cheques.

Strada affollata, teatro, ingresso ostruito da motoveicoli parcheggiati, giornalisti, reporter macchine da presa, rulli di pellicola, grandi strisce di pellicola filmica strappate via come la carta da un rullo per la stampante delle calcolatrici.

Inserita la pellicola nella macchina da presa, click, si chiude a scatto lo sportellino.

Esposizione, fuga, alberi, cartoni soprammessi uno sull’altro. Muro alto scalata, balcone, parapetto, terrazzo/tetto. Non c’è più niente.

Mi guardo bene dietro le spalle, c’è una via di fuga. Sulla mia destra, di lato guardando la strada, vedo il muretto sottostante più basso. Vado, mi lancio sul pavimento.

Come sospesa un centimetro da terra, una fitta rete di ferro metallica mi rimane impigliato il piede poi l’altro perché la rete metallica è rotta in diversi punti.

Fili elettrici in matasse, lampade assiepate le une sulle altre. Procedo a fatica.

Sul retro lo spazio è ristretto. Sgombero.

Casa di gente, ci accolgono.

Tavolata, amicizia, convivialità. Mi offrono del cibo. Pezzi di cioccolato schegge che ricordano rubini sfaccettati.

Ringrazio e faccio i complimenti ad una donna con cui ho fatto amicizia.

Gatto Garfield dal pelo rosso e lungo sembra soddisfatto. Sonnecchia e si stiracchia nella cesta sul divano.


(giovedì 14 settembre 2006)

©️ Marzia Pasticcini