Questo è un sogno, questo è un sogno, questo è un sogno
Sono in gita in una città straniera con i miei colleghi e colleghe d'ufficio fra cui c'è Sonia.
Ci fermiamo in un'area balneare, una piscina. È uno spazio ampio, credo che al posto dell'acqua ci sia sabbia e il bordo della piscina è un muro alto e stretto. Siamo sedute sul bordo della piscina con le gambe penzoloni. È l'ora di andare via, ma non si può passare se le ultime sedute sul muro non si alzano e se ne vanno per prime.
Il resto del gruppo proviene da una stanza interna alla mia destra -- io sono l'ultima seduta sul muro -- una stanza in cui non sono stata e di cui sono curiosa. Voglio vedere che cosa c'è.
Appena se ne sono andate tutte, mi avvio di corsa per dare una fugace occhiata: è un ambiente ampio, ci sono tavoli, sedie, persone, sembra una biblioteca. Ma è tardi, devo raggiungere le altre. Mi vesto alla svelta, mi lascio addosso il costume e metto solo un paio di scaldamuscoli e un coprispalle.
Appena in strada vedo che l'autobus è partito.
Cerco il telefono per chiamare Sonia. Rovisto nella borsa e trovo un vecchio cellulare Nokia senza SIM. Lo rimetto dentro e viene fuori un vecchio telefono bianco Telecom con tastiera."Questo è un sogno, Questo è un sogno, Questo è un sogno!", mi ripeto più volte, anche se è tutto reale.
Sono consapevole che tutto è reale, ma non si sa mai. Meglio ripeterlo all'infinito. Sto pensando questo, quando mi sento chiamare da un ragazzo e una ragazza, due partecipanti alla gita che come me sono rimasti a piedi. Decidiamo di tornare a piedi come se facessimo una passeggiata. Ci ritroviamo così in un quartiere silenzioso, pieno di pace, con case accoglienti."Che bello perdersi, se non ci si perde non si scoprono mai le cose nuove! Che bello vivere in un ambiente così, senza mezzi e senza preoccupazioni!" dico io mentre apprezzo le architetture locali: palazzine a due piani, per me molto esotiche, con le loro finestre, il verde, gli uccellini e la pace del paesaggio. Camminiamo e ci ritroviamo in Churchill Road che prendo a osservare e che mi ricorda Haruyoshi il mio amico Giapponese, penso di scattare una foto e inviargliela.
©️ Marzia Pasticcini
mercoledì 9 luglio 2025