«Sono quarant’anni che
le cose vanno avanti così… quarant’anni… e poi dicono che la
colpa è della Lehman Brothers!»
Cerco a chi appartiene la voce di cui percepisco solo queste parole.
Se mi sporgo un attimo, riesco solo a vedere il viso del suo
interlocutore, un uomo con la barba che ascolta in silenzio, senza
opporre resistenza, né ribatte contro.
Seguo il monologo di cui ho perso l’inizio e non riesco a
ricostruirne il senso con i pochi elementi che ho.
Non riesco a vedere la persona che parla.
Una signora ne copre la vista, una signora anziana, molto raffinata,
vestita di bianco, capelli lunghi color della cenere e occhi
penetranti, verdi.
Mi guarda e sorride. Tiene le braccia incrociate sul petto; in mano
ha un cappello, un cappello bianco di paglia. Lo tiene sul petto
affinché non si schiacci nella calca.
La signora mi sorride:
«Che begli occhi celesti
che ha, non se ne vedono così!».
La ringrazio.
La signora continua a sorridere, serena.
Due fermate prima della mia, l’uomo con la barba scende e il
monologhista si volta.
E’ anziano, un viso sorridente di persona serena ma che sta attenta
a ciò che le succede intorno.
«Che bel cappello...»
si rivolge così alla signora.
«Che bello il cappello di
paglia di Firenze… oggi non lo porta più nessuno il cappello…
anche i giovani… le ragazze, si lo so… loro sono per la
creatività ma…. prima... tutte le signore portavano il cappello…
stanno bene le donne col cappello».
L’anziano, dall’espressione solare, interrompe un attimo il suo
monologo per rivolgersi alla signora
«Lei di dove è
signora…dove abita?»
«Sono del Chianti!»
risponde lei, con una voce senza influssi dialettali. Si
direbbe inglese, americana o tedesca all’apparenza. Ha
quell’aspetto sereno di una straniera in vacanza, però non riesco
ad individuare alcun influsso dialettale. Parla un italiano perfetto.
Non è possibile collocarla in alcuna regione particolare. È come se
non fosse né Italiana né straniera. Allora cos’è?
Sembra che la medesima curiosità abbia preso l’anziano oltre me.
Alla risposta “Chianti” l’anziano riprende il suo monologo,
avviandosi verso la conclusione:
«...Eh sì…prendono in
giro la Regina d’Inghilterra, per il cappello ma…. vede…i
giovani d’oggi, le ragazze… io sono in pensione dal 96, e da
allora collaboro con una casa editrice… ci sono molte ragazze,
molte stagiste… ma nessuna mette più in evidenza la femminilità,
vogliono essere e si vestono tutte da maschi.»
L’autobus si ferma, l’anziano scende, un'ultima constatazione:
«Eh sì non c’è più
la femminilità!».
® Marzia Pasticcini
Siena, 20 luglio 2012
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