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giovedì 13 luglio 2023

Bambino nel marsupio


Sul sedile posteriore di un'auto di grossa cilindrata un bimbo di pochi mesi sonnecchia nel suo seggiolino. È avvolto  fino al collo da una coperta che aderisce ad altre sagome oltre la sua. Sono i suoi fratellini che dormono accanto e sopra di lui avvolti e nascosti dentro la coperta.

Sono bimbi di colore.

Arriva il padre che prendo a presentare a tutti gli astanti: ecco il padre, dico a tutti in inglese, here's the father.

Lui sorride divertito.

E poi mi affidano uno di questi bambini in un marsupio che indosso davanti col bimbo seduto rivolto verso di me con la testolina nascosta appoggiata sul petto.

Ben presto mi ritrovo a camminare su un terreno erboso accidentato, con zolle di terra smosse e affioranti e man mano che procedo i passi si fanno sempre più incerti, perché il terreno, in molti punti  è fangoso in presenza di un vasto acquitrino e non so dove mettere i piedi.

Mi fermo un istante per sondare il terreno e cercare i pochi punti dove la terra è secca. In quel momento, non riuscendo a procedere, mi preoccupo di voltare il bambino nel timore che con il visino schiacciato contro il mio petto possa soffocare.

Guardo sulla mia sinistra e  un'immagine di desolazione mi si para davanti: un grosso spazio andato in malora, una struttura aperta la cui superficie si estende ed occupa lo spazio di un isolato. Sono rimaste solo 4 colonne alle estremità e si nota la porta in fondo a destra oltre questo spazio di un immobile che prima -- nel sogno -- era un bar che frequentavo quando andavo in questo posto (onirico) di villeggiatura. Sul lato di fianco alla porta del bar abbandonato c'è ancora una cabina telefonica rossa.

Ferma sul suolo secco, con passi incerti, come se camminnassi coi tacchi o con le zeppe alte sul lastrico di un centro storico, cerco invano di richiamare l'attenzione di un passante che mi possa dare una mano. L'uomo non mi sente e indifferente procede oltre.


Giovedì 13 luglio 2023


Marzia Pasticcini

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