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giovedì 24 agosto 2023

IL DOTTOR MONTI


Andrea sta guidando, io sono seduta sul sedile posteriore, sono nuda e mi nascondo avvolta nelle coperte.

All'incrocio Andrea va avanti, prosegue incurante, nonostante ci sia uno schieramento massiccio di forza dell'ordine di cui ignoriamo il motivo. Subito mi è chiaro che un evento particolare è in corso anche se non so di cosa si tratti e cerco di dissuadere Andrea dall'attraversare.

Incurante di ciò Andrea passa ugualmente: "cosa mi faranno mai a me!", esclama sicuro, convinto di avere un permesso valido. Andrea prosegue, lo schieramento si fa sempre più massiccio. Due poliziotti lo fermano, ci siamo inoltrati troppo avanti senza poter tornare indietro.

Andrea scompare e non so come ciò sia avvenuto,  anche la macchina è scomparsa.

Mi ritrovo da sola a piedi.

Nel frattempo mi ero rivestita.

Mi dirigo verso una villa immersa nel verde, il cancello è aperto e ci sono alcune studentesse straniere.

Vengo ricevuta dal Dottor Monti, un essere magro alto tre o quattro metri, dall'aspetto somigliante a un David Bowie invecchiato, dalla testa rasata e tre ciocche di capelli raccolte in tre sottili code di cavallo: una sulla sommità della testa, sopra la fontanella, una seconda al di sotto e una terza sulla nuca, tutte e tre di colore verde.

Questo essere inquietante che mi mette a disagio, mi guarda dall'alto  e mi ascolta senza mostrare alcun segno di emozione e senza proferire parola.

È leggermente inclinato in avanti per potere incrociare il mio sguardo.

Mi fa male il collo a tenere la testa piegata all'indietro.

Mi complimento con lui per la bellissima festa letteraria cui ho partecipato quando si affacciano due poliziotti che gli comunicano qualcosa in maniera veloce prima di svoltare l'angolo.

Allora cambio tono e gli chiedo informazioni come ritrovare Andrea.

Lui cambia umore e tono: da semplice ascoltatore si esprime con un "NO!" di indignazione ripetuto per ben tre volte,  "NO, NOO, NOOO!" e fa per tagliar corto. Non mi ascolta più e si dilegua, ritirandosi nei suoi spazi privati verso sinistra.

Io non posso divulgare a nessuno di essermi recata nella sede della società del Dottor Monti.

Cerco nel cellulare qualche numero della Polizia Municipale della città in cui mi trovo.

Mi risponde uno che lavorava con me. Gli chiedo che evento si fosse svolto in città. Lui risponde di non saperlo.

Gli chiedo di comunicarmi tutti i numeri che riesce a trovare.

Nel bel mezzo della ricerca, mi chiama Luisa. Taglio corto e riattacco perché non voglio dare a mia suocera la notizia che Andrea è scomparso e non si trova.

Vado a casa, c'è solo mia nipote, mia figlia è lontana e non posso nemmeno chiamare mia sorella.

Sono a bordo di un bus per fare il giro della città mentre cerco di mettermi in contatto con qualcuno col cellulare.

Penso di scendere, o forse è meglio proseguire in bus.

Subito dopo mi trovo in una casa, c'è una donna, si sente la sigla del TG delle 19:00.

Chiedo qualcosa alla donna, alzo la voce perché lei non vuole aiutarmi.

Scena della festa letteraria: al buffet sto assaporando scaglie di parmigiano, le croste mi cadono a terra, mi sposto nella sala centrale dal pavimento di marmo beje chiaro anche le pareti sono di marmo del medesimo colore e pur ammirando la bellezza della sala  l'ambiente mi fa pensare a una tomba.

Guardo in un punto della sala sulla mia sinistra: una sorta di mobile stretto e alto attira la mia attenzione, sembra un settimino i cui cassetti sono formati da valige nere impilate le une sulle altre contenenti segreti che qualcuno sta cercando di aprire.


Giovedì 24 agosto 2023

 ©️ Marzia Pasticcini

venerdì 11 agosto 2023

LA STAMPANTE

Sono da poco entrata a lavoro, invece di salire nel mio ufficio al piano di sopra mi fermo a lavorare a una scrivania che si trova nell'ingresso di fronte alla porta di entrata.

Non sono ancora entrata ufficialmente che mi metto subito a lavorare a una stampante.

La stampante sta sputando fuori un foglio dietro l'altro a gran velocità, pagine scritte e numerate che non riesco a impaginare in ordine cronologico perché la stampante è talmente veloce che i fogli si mischiano. Addirittura sta ristampando dei fogli datati agosto che avevo già stampato. Non potendone più decido di andare a prendere un caffè. Cerco le monete quando mi squilla il telefono.  Rispondo e la mia ex capo ufficio mi chiede il numero di telefono di un'azienda con cui lavoriamo. Cerco tra le carte e le detto il numero stampato sul margine superiore di un foglio. Nel dettarle il numero io sono un po' titubante perché una cifra centrale è scritta a mano e non riesco a decifrarla. Al che la mia ex capo mi chiede: "è un otto?". Osservo meglio ed in effetti è un 8 scritto a mano in maniera obliqua tutto inclinato sulla destra.

Lei mi chiede: "sei a lavoro?", io le rispondo con una domanda: "e te sei a lavoro?".

"Certamente!", risponde lei.

Riaggancio e  penso tra me e me se offrirle un caffè oppure no e mi avvio verso l'ascensore. Nel voltarmi, accostata ad una parete, vedo una cassa contenente libri lasciati li per il libero scambio (book-crossing).  Prendo a rovistare in quanto presa dalla curiosità. Trovo alcuni libri scolastici di filosofia, cerco se c'è il primo volume sulla filosofia Greca, ma non lo trovo.

Mi sposto a sinistra, nell'ascensore ci sono altre persone quando mi fiondo dentro gridando loro di aspettarmi perché devo salire al primo piano, loro hanno già premuto il terzo. Premo il primo piano e l'ascensore prende a muoversi, ma anziché salire si sposta in orizzontale, attraversa la città, scorre in mezzo al traffico sui binari di una tramvia. 

Ben presto mi ritrovo l'unica passeggera in compagnia dell'autista dell'ascensore che fermi in un hangar non ho ben capito cosa stia facendo: appoggiato e ricurvo su un ampio tavolo di fronte a me e alla mia destra sta disegnando qualcosa o intagliando una grande pezza di pelle. Al che dopo un po' rivolgendomi a lui lo imploro: "Portami a casa". E lui molla tutto venendomi incontro.

Venerdì 11 agosto 2023

©️ Marzia Pasticcini