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domenica 31 agosto 2025

RIENTRO DA LONDRA


Stiamo programmando il rientro da Londra e ci troviamo in un ufficio per prenotare i biglietti aerei. Alcuni ufficiali lì presenti in uniforme di colore bianco parlottano tra loro e uno di questi che parla italiano, ridacchiando in maniera ironica, se ne esce con: “non è che caschino questi aerei, ma sono dei Black Box”, ovvero degli aerei stile charter ma chiusi, una sorta di scatola nera, chiusa, senza finestrini da cui non puoi vedere l'esterno.

Ho una piantina con un percorso da seguire e mi faccio accompagnare all'esterno da una ufficiale o hostess anch'essa in divisa bianca. Scendiamo di fretta le scale e mi soffermo un attimo per raccogliere dieci centesimi. Lei sorpresa si volta indietro per chiedere cosa stia facendo. Cerco di sviare la sua attenzione con un “niente…” mentre mi rialzo con indifferenza e la seguo.

Arrivate in fondo alle scale, prima di varcare il portone d'ingresso, sparsi sull'angolo destro del pavimento scorgo una certa quantità di monete da 50 centesimi, non so se euro o sterline e altri spiccioli. Mi chino a raccoglierne quante più riesca a contenere la mia mano, due o tre di quelle più grandi e altre piccole, trattenendomi  da prenderne di più per puro scrupolo.

La ragazza ufficiale mi accompagna in auto, corre veloce, insinuandosi tra un'auto e l'altra,  sorpassando a zig zag in uno spazio così ristretto di pochi centimetri che mi immagino l'impatto violento. Ma contrariamente alle mie aspettative, scivola oltre, senza alcun danno.

“Sei brava…, bravissima!” le dico.

Arrivate in una vasta area panoramica, una sorta di Belvedere, mi dice che le monete vicino alla porta d'ingresso le lasciano loro appositamente per gli italiani. Pensavo non se ne fosse accorta che ne avevo prese qualcuna, credevo proprio di averla fatta pulita.

Devo raggiungere Andrea.

Noto alcuni autobus in manovra per la partenza mentre sopraggiungono correndo all’ultimo minuto alcuni ragazzini con zaino in spalla. Ancora in movimento si riaprono le porte scorrevoli sul lato posteriore per farli salire.

Cambio di scena: studenti di inglese cui  chiedo di inventare storie o gliele racconto io. Plastico di architettura che è anche un contenitore per il cibo. Arrivano alcuni ingegneri che si fermano a  mangiare lì. 

La professoressa mi carica di testi da studiare, mi regala tre volumi monotematici, si tratta di un corso universitario sui metalli.

Tiene una lezione sui cristalli in un edificio con una vasca piena di acqua dove immergo le mani per cercare i cristalli. Tiro fuori manciate di sassi, poi ne tiro fuori due, alcune sono schegge. lamine bianche semitrasparenti, quando dall'acqua emerge in superficie un pesce che boccheggia. Sono andata a smuovere il suo ambiente naturale.  Guardando sulla superficie l'acqua è torbida, ma dalle pareti di vetro si vedono pesci e altri animali anfibi che giacciono sul fondo. Non si muovono, stanno sul fondo in santa pace. Solo un pesce sembra morto, lo avevo notato prima: un'ombra scura, immobile, accanto al pesce che era risalito in superficie boccheggiando per verificare cosa stesse succedendo dopo che avevo smosso le acque.

L'altro cristallo che trovo lo porgo alla professoressa, soddisfatta questa volta perché ne ho trovato uno con una forma ben definita: un solido romboidale, un cristallo biterminato, ma non sfaccettato, come due coni uniti alla base.

C’è una discussione in corso della professoressa con un'altra studentessa e due uomini seduti a un tavolino che discutono dell'oro. 

Su un piattino o vedo che c'è un orecchino con una pietra verde. Lo prendo, la ragazza si gira e vede che ho in mano l'orecchino. Non so se parlano di questo o dell'oro come materiale.

Una collega è stata promossa a Maggiore, scende le scale vestita con giacca rossa e cappello rosso a cilindro con una penna, mentre altre due colleghe in cima alle scale se la ridono della cosa.

“Fatemi salire le scale in pace!” le esorto, per non cadere, in preda alle loro prese in giro e risate.


©️ Marzia Pasticcini

Domenica, 31 agosto 2025

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