Sto correndo appresso alla mia collega sul ghiaino che mi dà fastidio sotto la pianta dei piedi nudi. Vorrei librarmi in volo, ma continuo a camminare nonostante il dolore. Finalmente raggiungo i gradini che conducono al portone del palazzo. Entrata nell'androne, percorro la prima rampa di scale quando il custode mi ferma.
“Mi manda il mio assessore…” mi giustifico. “La mia collega è appena entrata!”. Ma per quanto mi sforzi per spiegarmi, lui non vuole sentire ragioni e mi fa scendere, nel mentre vedo due tizi entrare dal portone d'ingresso: un ragazzino di circa 11 anni e un giovane adulto, entrambi dai capelli rossi. Penso a quanta responsabilità debba avere un custode di Palazzo a chi far entrare e a chi impedire l'ingresso. Potrebbero essere delinquenti o terroristi. Nel frattempo vedo sopraggiungere, sul balcone sovrastante, la mia collega, comparire di fretta da destra verso sinistra.
“Sonia, ti posso dare una mano?” le chiedo.
Si sofferma un attimo e, con un sorriso beffardo, scuote la testa e mi dice di no. Perplessa, rimango per un po’ interdetta e poi giro i tacchi e me ne vado di fretta, perché mi sono rotta le scatole.
Martedì 23 dicembre 2025
©️ Marzia Pasticcini

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