Sto riempiendo una piccola boccetta di profumo e la porgo all’uomo in piedi alla mia sinistra. Tenendola fra l'indice e il pollice della mano sinistra, la alza contro luce per verificare il livello del colore dorato che si illumina. Non so che ruolo io abbia in questa situazione, ma non appena metto via o faccio portare via il contenitore a forma di gabbia, noto che sul fondo è rimasta un'unica boccetta di profumo dimenticata, simile alla classica boccetta di Guerlain con il tappino a forma di tetto spiovente.
"Ferma, un attimo…” dico rivolgendomi alla donna appena sopraggiunta per portare via la gabbia-contenitore.
Recupero la boccetta mignon da circa 10 o 15 ml, la tengo fra il pollice e l'indice della mano sinistra, la stappo e aspiro l'odore del.liquido dorato. Sa di Chanel n. 5, un profumo talcato con un sentore pungente. L'uomo mi confessa che è il profumo che avrebbe scelto la moglie, in piedi alla mia destra, silenziosa, la testa abbassata, le mani sul grembo.
“SÌ, era questo il profumo che voleva, lo aveva visto in una pubblicità…”, dice l'uomo.
Nella boccetta c'è un frammento di qualcosa scivolato dentro. Vengo a sapere che è stato riaperto il caso.
Andando a ritroso mi vedo scivolare lungo una strada in discesa che si estende all'orizzonte a gran velocità, non so con quale mezzo. E poi intenta a scrivere qualcosa, un tema letterario, un racconto, o piuttosto un riassunto sullo stile di Jane Austen. È mia madre che mi ha dato questo compito. Non sono a capo di niente quando dice che il tempo per la consegna delle composizioni è quasi finito. Ma ho con me gli auricolari e i testi dei libri da recensire, così leggo e ascolto alcuni brani senza farmi vedere.
Lunedì 22 dicembre 2025
©️ Marzia Pasticcini

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