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sabato 9 settembre 2023

La sciamana e l'imbuto


Sono da Andrea B., a ogni vendita che fa punta contro il cliente un filtro a forma di imbuto di tre centimetri circa di diametro e vi soffia dentro, vaporizzandogli sulla testa, una sorta di acqua benedetta, mentre recita un breve mantra. 

Non potendo resistere alla tentazione, non appena lo appoggia sul banco, lo prendo io e ci soffio dentro.

Comincia a formarsi una nebbiolina che si fa più densa, come ectoplasma, mentre io piano piano scivolo in trance e in una sorta di dormiveglia.

Sono una sciamana. 

Andrea se ne rende conto e me lo dona.

Casa mia, cucina, molta gente a tavola. C’è anche Albano che nota il mio imbuto da sciamana che avevo lasciato nel portafrutta, lo prende e se lo gira tra le mani incuriosito.

Balzo dalla sedia e glielo strappo di mano chiedendo scusa.

Lo sciacquo brevemente in una ciotola d'acqua che è sul tavolo e ci soffio sopra dalla parte larga per asciugarlo. L'acqua che era rimasta all'interno viene sparata fuori e si ferma a mezz'aria, a circa cinquanta centimetri dalla testa, formando una fila di perle argentate, piccoli cristalli di ghiaccio sospesi nell’etere.

Avvicino la mano destra a toccare questa catenella di perle e non appena la sfioro col polso, l’equilibrio si rompe e le perle, attratte dalla forza di gravità, precipitano giù. Ma anziché cadere a terra, si riversano sul mio polso formando un braccialetto che sistemo con la mano sinistra.

Le mani sono rimaste leggermente vischiose e umide.

Non mi sono ancora ripresa dalla sorpresa che una cliente di Andrea mi chiede alcuni quadri che si è decisa a vedere.

La intrattengo con cortesia, poi mi volto e vedo che Andrea la conosce già e sa cosa darle.

Lascio finire la trattativa a lui.


© Marzia Pasticcini 

giovedì 20 agosto 2015




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